Slow Venice - Cristina Gregorin,  author and guide-lecturer

Cristina Gregorin
Guida e autrice

Dal 1991 ho la fortuna di vivere e lavorare in questa splendida città. Fu un amico di mio padre a propormi di iscrivermi all’esame per diventare guida a Venezia. Mi portò a conoscere Madonne e Santi in chiese frequentate ancora solo dai fedeli, e con lui imparai guardare la piazza dalla terrazza della Basilica di San Marco e a camminare senza perdermi tra calli e campi.

Durante quelle esplorazioni, scoprii la passione che mi avrebbe accompagnato tutta la vita: l’arte, la storia, il brigare e il fare di donne e uomini che ci hanno preceduto.

L’esame fu difficilissimo. Ma anche dopo averlo superato, non potevo smettere di studiare. A poco a poco, cominciai a perdermi nelle cronache antiche, mi immaginavo seduta in campo a parlare con veneziani di ogni epoca e sempre più mi immedesimavo nelle storie della gente comune, protagonisti anonimi le cui tracce, però, sono ancora visibili.

L’entusiasmo per la straordinaria qualità dei lavori degli artigiani veneziani, ha portato alla pubblicazione di un libro con delle bellissime fotografie del fotografo tedesco Norbert Heyl: Venezia. Gli artisti artigiani (2003). Il libro convinse l’ufficio Unesco di Venezia a mandarci in Bosnia Erzegovina per un lavoro simile sugli artigiani locali. Negli anni, ho scritto poi del vetro a lume di Lucio Bubacco, dei giardini segreti e di appassionati botanici (solo in tedesco: Die Gärten von Venedig, 2017) e dei movimenti protestanti a Venezia (Venezia eretica, 2019).

Nel frattempo, completavo la mia tesi di dottorato su Venezia come motivo della memoria nella letteratura. Così ho imparato a guardare la città anche attraverso le parole di grandi scrittori. Alla fine, ho capito che mi piaceva raccontare storie, estrarle dal passato e dare loro nuova vita. Nel 2020 ho pubblicato un romanzo, L’ultima testimone (Garzanti), ambientato a Trieste, nel difficile e contraddittorio periodo della Seconda guerra. Trieste? Sì, un piede l’ho lasciato nella città dove sono nata.

Non definirei le mie visite “turistiche”, piuttosto uno sguardo non convenzionale e molto innamorato sulla storia e sulle storie che hanno reso unica questa città. I miei itinerari preferiti: le Gallerie dell’Accademia; la Basilica dei Frari e la Scuola di San Rocco; San Sebastiano e Ca’ Rezzonico; la Scuola dei Dalmati e il sestiere di Castello; e naturalmente Piazza San Marco con la Basilica e il Palazzo Ducale.

Venezia parla attraverso lo sguardo che noi le rivolgiamo.

Se vi fa piacere, vi invito a proseguire il viaggio nel mio blog, dove racconto di fatti e fatterelli, di arte e bellezza di una città che ha scritto la storia.

Questo è il mio blog:

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